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Sterne, Laurence.

Scrittore inglese. Compì gli studi al Jesus College di Cambridge, dove si dedicò con fervore alla lettura delle opere di autori classici e moderni, fra i quali predilesse F. Rabelais, M. de Cervantes, M. Montaigne e soprattutto il filosofo J. Locke. Conseguita la laurea, intraprese la carriera ecclesiastica e nel 1737 fu ordinato sacerdote; fu per breve tempo curato di Saint-Yves, quindi fu assegnato al vicariato di Sutton-in-the-Forest. Nel 1741 sposò Elizabeth Lumley, da cui si separò nel 1767. Fra il 1741 e il 1759, condusse un'esistenza tranquilla come pastore anglicano di una parrocchia di campagna, dedito alla cura delle anime e apprezzato per le sue doti di ottimo predicatore. Pubblicò saltuariamente articoli e sermoni, tra cui Gli abusi della coscienza (1747), che testimoniò il progressivo allontanamento di S. dalla politica ecclesiastica. Al 1759 risale la redazione di un polemico pamphlet dal titolo Un romanzo politico (postumo, 1769), pungente satira del mondo curiale: in esso emerge per la prima volta in forma compiuta il tono umoristico che divenne poi caratteristico di S. Nel 1760 furono pubblicati i primi due volumi del romanzo autobiografico La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (1760-67), più noto come Tristram Shandy, alla stesura del quale, in 9 volumi, l'autore lavorò quasi fino alla sua scomparsa. Si tratta di un'opera singolare, di ardita sperimentazione, che rivela una concezione innovativa della forma del romanzo, nonché della commedia sentimentale: attraverso un mosaico di aneddoti, vicende, digressioni, scherzi e dialoghi, esposti in prima persona dal protagonista e dal personaggio di Yorick, parroco di campagna spiritoso e sentimentale, S. descrisse in modo personalissimo (anche attraverso artifici tipografici, quali l'abbondanza di asterischi, di lineette, i frequenti spazi vuoti, le pagine interamente bianche o nere) le proprie convinzioni, mutuate da Locke, intorno alla solitudine dell'individuo, prigioniero del proprio ristretto mondo interiore, e all'indispensabile ricorso agli affetti (sentimentalismo) e all'umorismo. L'opera ebbe un immediato successo e procurò a S. ricchezza e celebrità. Infatti, nello stesso 1760 fu nominato curato perpetuo della parrocchia di Coxwold. Ancora in quell'anno pubblicò, con lo pseudonimo di Yorick (già personaggio autobiografico del Tristram Shandy), I sermoni di Mr. Yorick, seguiti da altri cinque (due editi nel 1765 e i rimanenti nel 1769). Nel 1762, ammalatosi di tubercolosi, si stabilì in Francia dove rimase fino al 1764; vi tornò poi l'anno successivo, e in quell'occasione compì un viaggio in Italia, dove visitò Torino, Milano, Firenze, Roma e Napoli. Ritornato in Inghilterra, S. si innamorò di Elizabeth Draper, per la quale scrisse le Lettere di Yorick a Eliza (postume, 1775) e il Diario per Eliza (apparso poi in due diverse versioni). Nel 1768 diede alle stampe, sebbene non del tutto completato, il Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l'Italia, che in Italia conobbe una particolare fortuna grazie alla traduzione datane nel 1813 da U. Foscolo. In esso si ritrovano alcuni dei temi del Tristram Shandy: la solitudine dell'individuo, la difficoltà di comunicare che dà luogo a una gustosa commedia degli equivoci, la necessità del sentimento, espressi tuttavia in modo più raffinato e maturo. Anche in questo caso S. diede prova di grande originalità, inaugurando un nuovo genere di libri di viaggio, volti non a descrivere siti e monumenti celebri, ma a soffermarsi sui tratti del carattere e dei sentimenti degli individui incontrati. S. seppe creare un genere narrativo modernissimo e diede al romanzo una libertà straordinaria. Fu moralista e umorista insieme; influenzato dalle teorie di Locke, ebbe una visione del mondo ironica e disincantata, ma nello stesso tempo tenera e sentimentale (S. fu del resto il primo, in Inghilterra, a impiegare il termine sentimental). Nelle sue opere questo concetto di "sentimento" diviene capacità di immedesimarsi nelle situazioni altrui e di percepire profondamente le emozioni del prossimo. Anche in ambito stilistico e linguistico S. fu un innovatore, in quanto seppe creare una prosa duttile e agile (Clonmel, Tipperary, Irlanda 1713 - Londra 1768).